lunedì 21 giugno 2010

Voor altijd in mijn Ziel

Lo attendi per settimane. La notte prima non dormi. Il giorno stesso non sai come fare per ammazzare il tempo. E poi arriva il momento. Stai seduta in platea, di fianco a chi ti ha accompagnata, a chi è venuto con te. Parli, qualche commento al numero di persone, un'occhiata al palco, agli strumenti. E appena arriva il tecnico per accordarli un'ondata di invidia ti pervade. "Che darei per fare il suo lavoro accidenti." Parli, sorridi, cerchi di nascondere l'ansia mista a felicità e forse anche un po' di paura. Detesti le quattro stupide canzoni che mandano in loop, e ti chiedi perchè non stiano facendo sentire colui che a breve ti farà impazzire. Ma forse sarebbe meglio di no. Chiacchieri, ridi e fai commenti col tuo miglire amico, che è lì apposta per farti sopportare meglio il tempo che ti divide dalla magia, lo ringrazi per essere con te, gli dai una bacio sulla guancia. "Oh ma hai visto il basso? E la batteria? No!! Ma la chitarra è una stupida Fender!" Sempre il solito, lui. Ma se non ci fosse avresti un attacco di panico.
E proprio nel momento in cui ti senti più tranquilla, mentre dimentichi ciò che ti sta per accadere le luci si spengono, la gente inizia ad applaudire. Tutto così troppo in fretta. Non te ne rendi conto. Un po' di fumo, una Luce Blu. Entrano uno alla volta, lentamente, silenziosamente. Alla batteria, al basso, alla tastiera, alla chitarra. Silenzio, qualche urlo, un battito di mani lontano. Poi una piccola luce si muove da dietro le quinte fino al palco, velocemente. Entra lui. Di corsa, come un bambino che sta per andare a giocare in cortile. Si siede, prende il Bouzouki, pizzica qualche nota. Avvicina le labbra al microfono. Si accendono le luci.
E in quel momento tutto il dolore che hai provato nei momenti peggiori della tua vita si esorcizza e diventa purezza. Diventa pura emozione. Emozione, Emozioni che non sapevi neanche che esistessero. Da Nota a Nota, da Canzone a Canzone, da Racconto a Racconto. E' come una favola che racconterai un giorno a tuo figlio per farlo addormentare col sorriso. Lo stesso sorriso che tu hai in quel momento. E le stesse lacrime d'amore. Alzi gli occhi al cielo, senti un leggero soffio di vento e Gli chiedi se sente tutto quello. E Gli dici che tutta quest'anima, la tua, quelle di tutte le persone che sono lì, ma soprattutto quella di suo figlio, sono per Lui. E Lo senti. senti che Lui è lì..e che ti sta sorridendo, come sta sorridendo a lui. Come se non se ne fosse mai andato.
Ma non se n'è mai andato, no.
La tua vita, il tuo mondo, il tuo cuore, sono diversi da quella sera.
Sono più vivi di quanto non lo siano mai stati.
E le parole che ha detto le sentirai e le custodirai, gelosamente tue per sempre. Anche se le ha dette a migliaia di persone, è come se te le avesse sussurrate davanti a un tramonto. Sono solo tue. Per sempre.

"Belìn quanti siete. Starei cinque minuti solo a guardarvi senza dire niente."

venerdì 18 giugno 2010

Cyclaam

Si possono recuperare i pezzi di un vaso di fiori caduto per terra? E qualora si riuscisse a riattaccare tutti i cocci..il fiore che era lì dentro può riprendere a vivere? Come se fino a quel momento fosse rimasto congelato? Può? E' possibile? Vorrei tanto averne la certezza..la certezza che un rapporto si possa congelare una volta finito e poi tornare come prima quando lo si ripesca fuori dal freezer. Ma se una volta scongelato ha un sapore diverso? La qualità è minore? Più..anonima, più acquosa. Piove sempre nella mia testa. Sempre. Piove sempre perchè ci sono tante nuvole. Tante nuvole che si scontrano, provocano temporali di pensieri e parole. E io non ci capisco niente. Non capisco se provo qualcosa, e cosa possa essere questo qualcosa. Non capisco cosa voglio fare, come voglio comportarmi, non mi ricordo chi eri per me, non so chi sei tu adesso, per me. Eri un bambino che hai fatto cadere un vaso una sera, un bellissimo vaso con dentro un ciclamino. E' caduto, e si è rotto. E adesso sei corso a prendere la colla per aggiustarlo e cercare di salvare il fiore? Ci riuscirai? E soprattutto..ci riuscirò io, Ciclamino..a sopravvivere?

venerdì 11 giugno 2010

Schrijven

Scrivi. Scrivi e non smettere mai. Scrivi come se fosse il tuo unico modo di esprimerti, il tuo unico modo per comunicare. Scrivi ciò che hai in testa, ciò che hai in mano, negli occhi, nel cuore. Scrivi quando sei arrabbiata, quando sei felice, triste, disperata, eccitata, quando ti senti speciale. Scrivi del Mare, della sabbia, del cielo, del sangue, del fumo, del nero, del sale. Butta giù i pensieri in parole. Tira fuori ciò che hai dentro. E la carta, lei..quella tua amica paziente, che ti aspetta sempre e ti accoglie ogni volta in modo meraviglioso, la carta, lei, ti ascolterà. Ti ascolta ogni volta, si lascia strappare, segnare, violentare, maltrattare. Ma alla fine ti perdona sempre. E ti perdona quando racchiude le tue parole. Quando le trattiene, le protegge.
Scrivi. Continua a scrivere. Fermati magari. Fermati a pensare. Ma poi riprendi. Riprendi a dare voce al tuo essere, alla tua anima. Come un bambino che grida per essere ascoltato. Scrivi per essere ascoltata. Per essere ascoltata soprattutto da te stessa. Per capirti, per conoscerti, per scoprire lati che non sapevi di avere, per accorgerti che dentro di te c'è un dono. C'è il dono di saper parlare, un dono che non hanno tutti. Sai Parlare. Sai scrivere. Ora impara ad ascoltare te stessa.
Sogna e scrivi. Scrivi..perchè chi scrive sogna.
Perciò continua. Altrimenti tutto questo sperare sarà vano.