domenica 7 novembre 2010

Houden van jezelf

Sì che ti ho riconosciuto qui dagli occhi
che gia non vedevano cosi lontano,
quando un palloncino ti scappo' di mano
e volo' e volasti pure tu.
Sì, sei tu gli stessi identici occhi miei
ma in grande forse solo con un po' di piu' d'incanto.
Son cresciuti intanto e pieni di domande,
son rimasti miopi fino a qui..
Siamo sì, vivi anche se un po' cambiati.
Siamo morti e poi piu volte noi rinati
come fingevamo se stavamo giu sotto la coperta,
come fiamma saltavamo su nella scoperta
del sorriso sul viso di mamma..
A Clà. Lì ho lasciato te cosi, per un altro me.
Ma sì, sono stato troppo via
con questa troppa nostalgia di me quand'ero te.
A Clà. Tu si che eri un re, io no mai piu come te.
Noi che trovavamo tutto e niente
e adesso c'è niente in tutto e nessun re.
Vedi, questo telo alzato tra noi due e' la vita
che tu hai sempre visto come un bel ricamo.
Io di qua da uomo so la trama ordita,
odio e amo tra i suoi no e suoi sì.
Siamo qui, forse appena un po' piu' stanchi.
Fieri perché no di quei capelli bianchi
a implorare il tempo come un tempo in cui c'era la paura..
della mano di papa' prima della puntura
e di una porta aperta piano piano..
A Clà. Come è andata poi? Sai se abbiamo vinto noi?
Perché io so solo che con te di nuovo so sorridere..
e un giorno imparero' anche a vivere..
A Clà. Ci risiamo già..lo so che e' finita qua.
Io ero lì, per riprenderti e dovrò riperderti..
Chissà, se ci rivediamo a Clà..
Forse un tempo, forse là..
Quando ci riandiamo a Clà.

mercoledì 22 settembre 2010

Geluk

Pub. Tanta gente. E sono tutti così..sorridenti. Sembrano felici. Perchè la gente esce? Perchè sorride così quando esce? Se non sono felici per lo meno lo sembrano. Sereni, quieti, tranquilli. Escono per trovare questa stramaledetta e così ricercata tranquillità. Come fanno? Come fanno a trovarla in mezzo a tutto questo caos, senza silenzio? Con musica veloce, rumorosa che si ripete per ore? E con così tante persone attorno..Forse proprio stando in mezzo a gente tranquilla, sorridente e apparentemente felice riescono a trovare la serenità. Si faranno influenzare dagli altri.
Una birra, quattro chiacchiere, confusione e una sigaretta ogni quarto d'ora comandato. Forse a loro basta questo. Evidentemente a loro non serve un libro, silenzio o il tepore e la familiarità della loro canzone del cuore. Un bacio al proprio ragazzo, un'occhiata a una bella donna e basta. Sembra tutto così facile, così accessibile, la felicità.
Così accessibile la felicità. La serenità.
Due tavoli, del rumore e una tv muta, messa lì solo per essere guardata e non ascoltata. Ascoltare. Si ascoltano tra loro? O parlano senza assorbire i concetti dei loro interlocutori? I loro sono concetti o parlano solo di conquiste infinitamente banali? Di ubriacature colossali o di datori di lavoro detestati? Si conoscono tra di loro? Hanno 20, 30 anni..si conoscono tra di loro? E soprattutto conoscono loro stessi?
Sembra così semplice la vita, un sabato sera in un pub..
Così accessibile la felicità..
Tranquilli. Sorridenti. Sereni.
E io..io sto qui..a strappare pezzi di carta sul tavolo.

martedì 27 luglio 2010

Angst

Quando hai paura, quando non riesci a respirare, cosa fai? Cerchi un abbraccio? Cosa fai? Piangi? Tremi? Dimmi..che fai?
Quante volte ho pensato al futuro, e quante al passato..non le conto più. Ma mi sono accorta che serve solo per riempire la mente quando non hai niente da fare, dunque, meglio non farsi influenzare troppo. Le situazioni che si possono presentare sono le stesse, ma se le persone non non le stesse, allora non è detto che finisca uguale. Cristo che perla di banalità. Ecco quando ho paura mi aggrappo alle frasi fatte. Ma mi verrebbe voglia di buttarmi in acqua. E di non respirare per mia scelta, non perchè lo stress del mio corpo mi obbliga a farlo. Cadere nell'acqua fresca e non pensare a niente. E poi riemergere e avere la mente più limpida.
Solo più limpida.
O forse vorrei solo essere con te. E stare più tranquilla.

lunedì 21 giugno 2010

Voor altijd in mijn Ziel

Lo attendi per settimane. La notte prima non dormi. Il giorno stesso non sai come fare per ammazzare il tempo. E poi arriva il momento. Stai seduta in platea, di fianco a chi ti ha accompagnata, a chi è venuto con te. Parli, qualche commento al numero di persone, un'occhiata al palco, agli strumenti. E appena arriva il tecnico per accordarli un'ondata di invidia ti pervade. "Che darei per fare il suo lavoro accidenti." Parli, sorridi, cerchi di nascondere l'ansia mista a felicità e forse anche un po' di paura. Detesti le quattro stupide canzoni che mandano in loop, e ti chiedi perchè non stiano facendo sentire colui che a breve ti farà impazzire. Ma forse sarebbe meglio di no. Chiacchieri, ridi e fai commenti col tuo miglire amico, che è lì apposta per farti sopportare meglio il tempo che ti divide dalla magia, lo ringrazi per essere con te, gli dai una bacio sulla guancia. "Oh ma hai visto il basso? E la batteria? No!! Ma la chitarra è una stupida Fender!" Sempre il solito, lui. Ma se non ci fosse avresti un attacco di panico.
E proprio nel momento in cui ti senti più tranquilla, mentre dimentichi ciò che ti sta per accadere le luci si spengono, la gente inizia ad applaudire. Tutto così troppo in fretta. Non te ne rendi conto. Un po' di fumo, una Luce Blu. Entrano uno alla volta, lentamente, silenziosamente. Alla batteria, al basso, alla tastiera, alla chitarra. Silenzio, qualche urlo, un battito di mani lontano. Poi una piccola luce si muove da dietro le quinte fino al palco, velocemente. Entra lui. Di corsa, come un bambino che sta per andare a giocare in cortile. Si siede, prende il Bouzouki, pizzica qualche nota. Avvicina le labbra al microfono. Si accendono le luci.
E in quel momento tutto il dolore che hai provato nei momenti peggiori della tua vita si esorcizza e diventa purezza. Diventa pura emozione. Emozione, Emozioni che non sapevi neanche che esistessero. Da Nota a Nota, da Canzone a Canzone, da Racconto a Racconto. E' come una favola che racconterai un giorno a tuo figlio per farlo addormentare col sorriso. Lo stesso sorriso che tu hai in quel momento. E le stesse lacrime d'amore. Alzi gli occhi al cielo, senti un leggero soffio di vento e Gli chiedi se sente tutto quello. E Gli dici che tutta quest'anima, la tua, quelle di tutte le persone che sono lì, ma soprattutto quella di suo figlio, sono per Lui. E Lo senti. senti che Lui è lì..e che ti sta sorridendo, come sta sorridendo a lui. Come se non se ne fosse mai andato.
Ma non se n'è mai andato, no.
La tua vita, il tuo mondo, il tuo cuore, sono diversi da quella sera.
Sono più vivi di quanto non lo siano mai stati.
E le parole che ha detto le sentirai e le custodirai, gelosamente tue per sempre. Anche se le ha dette a migliaia di persone, è come se te le avesse sussurrate davanti a un tramonto. Sono solo tue. Per sempre.

"Belìn quanti siete. Starei cinque minuti solo a guardarvi senza dire niente."

venerdì 18 giugno 2010

Cyclaam

Si possono recuperare i pezzi di un vaso di fiori caduto per terra? E qualora si riuscisse a riattaccare tutti i cocci..il fiore che era lì dentro può riprendere a vivere? Come se fino a quel momento fosse rimasto congelato? Può? E' possibile? Vorrei tanto averne la certezza..la certezza che un rapporto si possa congelare una volta finito e poi tornare come prima quando lo si ripesca fuori dal freezer. Ma se una volta scongelato ha un sapore diverso? La qualità è minore? Più..anonima, più acquosa. Piove sempre nella mia testa. Sempre. Piove sempre perchè ci sono tante nuvole. Tante nuvole che si scontrano, provocano temporali di pensieri e parole. E io non ci capisco niente. Non capisco se provo qualcosa, e cosa possa essere questo qualcosa. Non capisco cosa voglio fare, come voglio comportarmi, non mi ricordo chi eri per me, non so chi sei tu adesso, per me. Eri un bambino che hai fatto cadere un vaso una sera, un bellissimo vaso con dentro un ciclamino. E' caduto, e si è rotto. E adesso sei corso a prendere la colla per aggiustarlo e cercare di salvare il fiore? Ci riuscirai? E soprattutto..ci riuscirò io, Ciclamino..a sopravvivere?

venerdì 11 giugno 2010

Schrijven

Scrivi. Scrivi e non smettere mai. Scrivi come se fosse il tuo unico modo di esprimerti, il tuo unico modo per comunicare. Scrivi ciò che hai in testa, ciò che hai in mano, negli occhi, nel cuore. Scrivi quando sei arrabbiata, quando sei felice, triste, disperata, eccitata, quando ti senti speciale. Scrivi del Mare, della sabbia, del cielo, del sangue, del fumo, del nero, del sale. Butta giù i pensieri in parole. Tira fuori ciò che hai dentro. E la carta, lei..quella tua amica paziente, che ti aspetta sempre e ti accoglie ogni volta in modo meraviglioso, la carta, lei, ti ascolterà. Ti ascolta ogni volta, si lascia strappare, segnare, violentare, maltrattare. Ma alla fine ti perdona sempre. E ti perdona quando racchiude le tue parole. Quando le trattiene, le protegge.
Scrivi. Continua a scrivere. Fermati magari. Fermati a pensare. Ma poi riprendi. Riprendi a dare voce al tuo essere, alla tua anima. Come un bambino che grida per essere ascoltato. Scrivi per essere ascoltata. Per essere ascoltata soprattutto da te stessa. Per capirti, per conoscerti, per scoprire lati che non sapevi di avere, per accorgerti che dentro di te c'è un dono. C'è il dono di saper parlare, un dono che non hanno tutti. Sai Parlare. Sai scrivere. Ora impara ad ascoltare te stessa.
Sogna e scrivi. Scrivi..perchè chi scrive sogna.
Perciò continua. Altrimenti tutto questo sperare sarà vano.