Il caos in testa. La bomba in testa.
Apprezzi di più casa quando sei lontana, quando manchi per settimane.
Non credevo che avrei mai chiamato "casa" l'Italia. Non l'ho mai considerata tale. Mentre ero in Olanda, ho avvertito una strana sensazione di benessere. Un'emozione mai provata prima.
Ma non so se voglia dire qualcosa.
Sono stanca di non sentirmi a casa in nessun posto. La stanza in viale Etiopia a Roma è stata "casa" per quasi due anni. Lì stavo bene, così bene. Non in via Migiurtinia, non a Modena, non qui, non a Manfredonia. Avrei bisogno di un posto effettivamente mio. E penso che non lo troverò ancora per molto, molto tempo. Mi fa paura, mi fa star male, mi fa sentire persa, senza un posto in cui tornare. Non è una cosa che ha a che fare con le persone. Le persone, le mie persone, sono splendide ovunque esse siano; è un problema mio. Una mia necessità. Avere un posto in cui tornare.
Ho migliaia di posti in cui andare, ma neanche uno in cui tornare. E mi fa male. Così male.
Ho tutto ciò che amo infilato in scatole, borse, sacchetti..come se la mia intera anima fosse in una scatola, senza poterla liberare. Come un gabbiano infangato di petrolio, che non riesce a spiccare il volo.
Probabilmente è solo il periodo. Probabilmente è solo paura per un futuro non ancora organizzato. Ma non ho una strada. E mi terrorizza.
Ma molto più probabilmente è un abbraccio che manca da troppo tempo, un odore, un bacio alle sei del mattino.
Il caos in testa. Un buco nello stomaco.
E una lacrima che non si decide a scendere giù.